7 aprile 1944: La battaglia del Monte Tancia

tanciaprova

I centri sociali di Roma La Torre, Spartaco e Sans Papiers organizzano un’uscita collettiva sul Monte Tancia, in Sabina, per domenica 7 aprile 2013 con la voglia di camminare sui sentieri dove un gruppo di partigiani a cui vogliamo particolarmente bene ha lottato per restituire a tutti la libertà e la dignità.

APPUNTAMENTO

h 09:30 puntuali
nella piazza principale di Poggio Mirteto

Da lì ci muoveremo in macchina fino alle pendici del Monte Arcucciola. Il percorso a piedi, di circa 1h, prevede un dislivello di 300 metri. Alla fine della mattinata ci fermeremo a pranzo nell’agriturismo “La Comune”.

Per meglio organizzarci è utile avere conferma di chi pensa di pranzare;

scrivere dunque a >>> escursioniresistenti@gmail.com

 

La storia

10 marzo 1944. La tragedia di Poggio Bustone

La notte del 10 marzo 1944 il Comando Provinciale Militare di Rieti in collaborazione con la Guardia Nazionale Repubblicana e con la Polizia partendo da Porta Cintia, si muove per compiere un’operazione di rastrellamento nell’area di Poggio Bustone,

con l’obiettivo di catturare i renitenti alla leva il cui bando di chiamata sarebbe scaduto nelle 24 ore successive. In poche ore l’operazione militare sembra concludersi senza intoppi. Mentre i fascisti e i soldati si radunano nella piazza principale del paese, un giovane pastore del luogo, Supenio Mostarda, viene ucciso a sangue freddo. La notizia inizia a circolare per tutto il paese, di finestra in finestra, di casa in casa fino a suscitare rabbia e sdegno nei confronti dei fascisti. Questi ultimi per reprimere la reazione

popolare, arrestano circa venticinque persone.

Le cronache locali raccontano che durante il periodo di attesa per l’identificazione dei fermati, gruppi di partigiani dell’area circostante aiutati da una buona parte degli abitanti di Poggio Bustone danno vita ad una vera e propria rivolta antifascista. La battaglia infuria così per tutto il paese. Molti soldati riescono a sganciarsi scappando, alcuni rimangono intrappolati nelle stradine del paese. Tra questi un gruppo di fascisti provenienti da Rieti con il Questore Pannaria si asserragliano dentro uno stabile, dal quale vengono snidati con il lancio

di una bomba a mano attraverso la canna fumaria del comignolo. Una volta uscito dalla casa, il Questore viene ucciso per strada. L’azione della giornata del 10 marzo 1944 vede 13 morti accertati tra la popolazione fra cui Supenio  Mostarda, Felice Berberini e Domenica Mostarda.

La reazione tedesca

La tragedia di Poggio Bustone viene vista con molta apprensione dal Comando tedesco che acclarata l’incapacità del capo della Provincia ed ex federale Ermanno di Marsciano di organizzare e gestire simili azioni militari, utilizza due divisioni corazzate provenienti da Cassino per rastrellare tutta l’area del massiccio Terminillese. Obiettivi principali da colpire sono: Poggio Bustone e Leonessa, poiché ritenuti nascondiglio sia di formazioni partigiane che di soldati ex prigionieri.

Dall’VIII^ zona in Sabina

 La Brigata Autonoma Stalin

Verso la fine del marzo 1944, Luigi Forcella e Nino Franchellucci, comandante militare e commissario politico dell’VIII zona ed altri 21 partigiani romani vennero trasferiti nella Bassa Sabina a seguito di possibili retate tedesche, dettate dalla delazione di Guglielmo Blasi, quest’ultimo arrestato e  torturato dalla banda Koch dopo l’azione di via Rasella alla quale aveva partecipato.

La <<Brigata Autonoma Stalin>>, che aveva come epicentro d’azione il Monte Tancia, raccolse non solo moltissimi gappisti romani  tra cui  Paolo Morettini (allora Buttarelli) e Clemente Scifoni di Torpignattara, ma anche giovani e anziani antifascisti dei comuni della provincia di Rieti. Tale formazione era comandata da Ennio Melchiorre, Alcide Monici, entrambe di Poggio Mirteto

Dislocazione tattica della brigata

Il centro operativo della brigata era situato presso i Casali di Ferri (nei pressi del monte Tancia), da dove si coordinavano altri due punti chiave sulle montagne:

  • Il monte Arcucciola, sotto il comando di Eugenio Meneghini.
  •  Il monte Crocetta, sopra Poggio Mirteto, dove operavano gli abitanti dei paesi di Forano e Gavignano.

La Battaglia del Monte Tancia

Tra il 5 e il 6 aprile 1944 ebbe inizio un rastrellamento in grande stile del monte avente come caposaldo di partenza Poggio Mirteto per proseguire verso

Poggio Catino, Salisano, Roccantica e Monte S.Giovanni e S. Valentino e Villa Ferri in località Erasmo.

il 7 aprile 1944, un’intera divisione si sposta sul monte Tancia, battendola palmo a palmo in cerca del rifugio della brigata Stalin. Impiego di lanciafiamme. Bruciata Villa Ferri le SS della Goering si spinsero verso la <<Rocca>> nei pressi del Colle di Tancia dove, accerchiati, sia pure non completamente (tanto che rimase libero

il versante di Casperia), i partigiani dovettero fronteggiarsi con le forze nemiche. Un tentativo di rompere il blocco permise ad una quindicina di partigiani di liberarsi e scappare dalla morsa ma il resto degli uomini, undici in tutto, fu massacrato sul posto.

Bruno e Franco Bruni, Domenico Del Bufalo, Alberto Di Battista, Giacomo Donati, Nello Donnini, Giordano Sangalli, che coprirono la ritirata dei compagni. A seguito della grande resistenza operata dalla brigata e alle notevoli perdite inflitte al nemico, i nazisti eseguono rappresaglie nei giorni successivi in tutta la zona al fine di punire in modo sommario i civili che secondo loro danno aiuto ai partigiani. L’organizzazione della brigata fu in parte smontata da un intervento tanto massiccio che sanguinario. La Brigata Stalin si fece più prudente. Ripresa consistente delle attività ci fu solo dopo la liberazione di Roma, il 4 giugno 1944.

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